giovedì 26 febbraio 2015

“Il bullismo ha come protagonisti vittime, bulli, gregari e spettatori. Definisci queste figure facendo riferimento anche a esperienze personali o a fatti di cronaca.”

Canzoni, programmi televisivi, film, racconti, libri ci parlano del bullismo, una violenza, che può essere fisica e psicologica, contro una vittima, una persona perlopiù debole. Il bullismo oggi è uno dei fenomeni maggiormente diffusi e si sta sviluppando soprattutto all’interno delle scuole tra gli adolescenti. Aumentano ogni giorno di più questi casi, queste notizie sui giornali e in televisione, e si aggravano sempre di più fino a che le vittime sono costrette a lasciare la scuola e a vivere in un clima di terrore e a non riuscire a riprendersi più. Il bullismo non è una forza, ma una debolezza e se un ragazzo picchia o minaccia un altro lo fa per sentirsi forte e temuto e per nascondere le sue debolezze, la sua sensibilità e non riesce ad esprimersi in altri modi. Nella maggior parte dei casi, infatti, il bullo vive in situazione difficili, come problemi di famiglia, e tende a riversare la sua rabbia sugli altri, anche se questa di sicuro non è una giustificazione. Il bullo viene temuto dai suoi coetanei, i quali hanno paura di denunciarlo o di raccontare le violenze subite, e così egli continua, sapendo che non verrà mai punito. È vero, nascondendo i fatti la situazione peggiora … Ma è così facile a dirsi! La vittima è tale proprio perché debole e non ha la forza di denunciarlo e di parlare e così soffre in silenzio, isolandosi; ma anche se questa lo denunciasse subirebbe lo stesso violenze proprio perché ha parlato e sarebbe, quindi, un ciclo infinito. Bisognerebbe capire cosa c’è dietro a questi comportamenti aggressivi e cercare di aiutare i prepotenti, in quanto chi oggi è solo un bullo, domani potrà diventare un delinquente. La posizione peggiore, secondo me, all’interno di questi casi sono gli spettatori, la maggioranza silenziosa, indifferente, i quali offrono un valido appoggio al bullo e ai suoi gregari, che hanno bisogno di un pubblico, attraverso risatine, battute; ma che potrebbero diventare una valido aiuto per la vittima informando docenti e genitori di quello che accade.  Spesso questa posizione è dei ragazzi che vorrebbero aiutare la vittima, ma hanno paura di diventare i prossimi  bersagli e così tendono all’indifferenza e a tenersi in disparte. Non denunciando l’accaduto si rendono complici del bullo e non migliorano affatto la situazione. Bisognerebbe prendere coraggio e dichiarare tutte le violenze e, magari, parlarne con un insegnante che può influire maggiormente, anche se mi rendo conto che non è per niente facile. Infine, vi sono i gregari, ovvero gli scagnozzi del bullo, e senza di loro il questo si ridimensionerebbe in breve tempo e sono loro a dare la forza e l’energia al loro leader, il loro capo indiscusso. Facendo una ricerca più approfondita, ho letto che esistono più tipi di gregari: quello mite, colui che vede il bullo come un eroe e lo ammira talmente tanto che non si accorge nemmeno dei comportamenti cattivi o tende a giustificarli. Spesso questo, in assenza del bullo, ha atteggiamenti positivi; non usa mai la violenza e non partecipa direttamente alle prepotenze; a volte è perfino bravo a scuola. Poi vi è quello ansioso, che è aggressivo, insicuro con una bassa autostima, indeciso, agitato e impulsivo. Partecipa alle violenze anche se cerca sempre il consenso del bullo e in genere non è bravo a scuola. Quello violento, non teme lo scontro fisico, spesso tende a fare cose vietate, come bere e fumare, partecipa a pieno titolo alle provocazioni. Il gregario lusingatore,invece, è il più falso, furbo, meschino; mentre quello carismatico ha una forte personalità, è astuto e non particolarmente forte sul piano fisico. Inoltre, esistono vari tipi di bullismo: il cyber bullismo, quello che si nasconde dietro a un messaggio attraverso sms per minacciarlo o dargli fastidio; il bullismo fisico attraverso spintoni, calci; quello verbale attraverso nomi offensivi e sgradevoli; infine quello psicologico attraverso l’emarginazione da un gruppo o attraverso voci false. Pochi mesi fa, è accaduto a Napoli un atto di bullismo dove la vittima era un ragazzino di quattordici anni che è stato seviziato con una pistola ad aria compressa in un autolavaggio per il semplice fatto di essere grasso. In una sera tre ragazzi dell’età di 24 anni l’hanno bloccato, gli hanno abbassato i pantaloni e soffiando con un tubo d’aria compressa gli hanno provocato lacerazioni nell’intestino. La vittima è attualmente nel reparto di terapia intensiva e lotta tra la vita e la morte. I bulli si difendono dicendo: “Era una gioco, non era nostra intenzione.” Non solo erano tre contro uno, ma tre ventiquattrenni contro un quattordicenne, per fortuna gli aggressori sono in galera per omicidio colposo. Spero che un giorno non ci saranno né vittime né bulli e che sparisca questa forma di violenza che si sta diffondendo sempre di più.


Nessun commento:

Posta un commento